Come si misura la pressione arteriosa:
consigli utili – parte 1

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Hai mai misurato la pressione arteriosa? In Italia esistono circa 15 milioni di persone affette da ipertensione arteriosa, ma solo la metà ne è consapevole. L’ipertensione può causare danni progressivi al sistema cardiocircolatorio, che possono infine manifestarsi con malattie cardiovascolari ed eventi gravi, come ictus e infarto.

Il rischio è tanto maggiore quanto più elevata è la pressione; è dunque importante sottoporsi periodicamente a controlli, ricordando però che la pressione arteriosa è soggetta a oscillazioni. Per questo motivo la diagnosi di ipertensione richiede numerose misurazioni effettuate nel corso di diverse visite mediche. Solo il medico ha la facoltà di stabilire quali e quanti farmaci sia necessario assumere, ma può risultare utile annotare i valori su un diario, per poi riportarli al dottore durante la visita di controllo.

Gli apparecchi di misurazione della pressione sono molteplici, ma il più affidabile è il manometro classico (sfigmomanometro) con la misurazione data dalla colonnina di mercurio graduata. Per chi non è esperto nel suo utilizzo, in commercio esistono numerosi strumenti elettronici che consentono una rilevazione facile e veloce della pressione arteriosa con un’affidabilità tendenzialmente buona, ma si consiglia di acquistare esclusivamente prodotti testati e certificati dalla Comunità Europea.

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Vediamo ora nello specifico alcune norme di carattere generale che occorre rispettare durante l’autocontrollo, consigliato per i soggetti a rischio due volte a settimana:

  • Chi si sottopone alla misurazione deve essere seduto o sdraiato da almeno 5-10 minuti con il braccio libero da indumenti, appoggiato su una superficie piana. Il braccio deve essere all’altezza del cuore ed il palmo rivolto verso l’alto.
  • La prima volta la pressione va misurata in ambedue le braccia e annotata. Una differenza tra i valori pressori misurati nelle due braccia è tutto sommato fisiologica purché lo scarto sia inferiore rispettivamente a 10 mmHg per la massima e a 20 mmHg per la minima. In caso di differenza significativa tra i due arti, le successive misurazioni andranno effettuate sul braccio con pressione più elevata.
  • Durante i controlli bisognerebbe compiere più rilevazioni della pressione cardiaca, misurandola 2 o 3 volte a distanza di un minuto e calcolandone la media (somma dei valori rilevati diviso il numero di rilevazioni effettuate). Nella prima misurazione la pressione potrebbe infatti salire a causa dell’ansia.
  • Anche se l’abitudine è poco diffusa, soprattutto per i soggetti predisposti, sarebbe molto utile tenere un librettino in cui annotare sin da giovani i valori di pressione rilevati ogni sei mesi. In questo modo il medico potrà ricostruire la storia clinica del paziente e prescrivere la terapia più efficace.

 

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